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    Giorgio Uberti
    Curatore Archivio Rachele Bianchi

    Testimonianza audio di Giuseppe Bariona, Presidente dell’Associazione Archivio Rachele Bianchi e figlio dell'artista

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    Rachele Bianchi: La Donna (S)velata

    Il percorso espositivo che vi presentiamo è stato concepito per rappresentare l’eclettica sperimentazione e il dinamismo artistico di una donna instancabile la cui produzione settantennale è stata accompagnata da una riflessione incessante sui ruoli della donna nella società in trasformazione. L'attività artistica di Rachele Bianchi è contrassegnata dall'uso di soluzioni indipendenti. La prima fase della sua produzione è contraddistinta da disegni a matita o a tempera raffiguranti corpi femminili e da opere a rilievo, prevalentemente in terracotta dedicate a temi sacri. Nella seconda fase la sacralità femminile si incarna nella quotidianità della donna madre, inizia così la produzione di sculture in gesso in cui la protagonista è avvolta in pesanti vestiti geometrici simili a scudi e con un'estetica dal sapore primitivo. Nell'ultima fase l'opera di Rachele si ingentilisce e i volumi, quasi sempre in bronzo, acquistano geometricità, gli sguardi si rasserenano. Gli ultimi anni li dedica a grandi tele su cui stende decise pennellate di colore dai rimandi onirici.

    Rachele Bianchi nasce a Milano il 22 settembre del 1925. Terminati gli studi classici presso le Orsoline di via Lanzone, scopre una profonda passione per l'arte. Cresciuta in una famiglia di industriali fatica a far comprendere la sua inclinazione arrivando anche allo scontro. Nel 1948 si iscrive a un corso di disegno per corrispondenza, ma Rachele Bianchi si è sempre dichiara un’autodidatta. Non frequenta l’Accademia di Belle Arti e non rivela riferimenti stilistici o interessi per ricerche o correnti a lei contemporanee. Chiusa nel suo studio, una stanza della sua casa in via Parini 9, dove abiterà tutta la vita, produce ininterrottamente per settant’anni, divisa tra le incombenze di moglie e madre, e le esigenze di artista. Risalgono al 1949 i suoi primi disegni a colori, ma già dall’anno seguente inizia a sperimentare la cartapesta, la terracotta, il gesso. Rachele plasmerà per tutta la vita la materia, ma al centro c’è sempre lei, la donna in tutte le sue declinazioni: la donna sacra, la donna madre, la donna domestica, la donna riflessiva, la donna guerriera. A partire dagli anni Sessanta ma in modo più continuativo dai primi anni Novanta le sue opere sono esposte in mostre personali o collettive, presso gallerie d’arte o presso luoghi di cultura e istituti internazionali. Artista indipendente e prolifica, personaggio solitario ed enigmatico, alla sua morte, il 22 settembre 2018 a 93 anni, Rachele Bianchi lascia un patrimonio di grande ricchezza e varietà, composto da circa 1600 opere tra sculture, bassorilievi, disegni, acquerelli, tempere, attualmente in corso di catalogazione. La quasi totalità di queste opere raffigurano donne.

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